BRUXELLES/LONDRA (REUTERS) – La Commissione Europea mercoledì (14 luglio) ha presentato i piani per la prima “carbon border tax” al mondo sulle importazioni di beni ad alta intensità di carbonio, tra cui acciaio, cemento, fertilizzanti e alluminio, come parte di un programma per raggiungere il suo nuovo obiettivo climatico.
La tassa di confine dovrebbe essere implementata a partire dal 2026, ha affermato la Commissione. La misura mira a proteggere le industrie europee dai concorrenti esteri non soggetti alle stesse carbon tax.
Una fase di transizione 2023-25 vedrà gli importatori monitorare e segnalare le proprie emissioni, afferma un documento della Commissione.
In base alla proposta, gli importatori saranno tenuti ad acquistare certificati digitali che rappresentano il tonnellaggio di emissioni di anidride carbonica incorporate nei loro prodotti importati.
Gli importatori possono richiedere una riduzione dei costi del carbonio di frontiera se i prodotti sono già soggetti a una tassa sul carbonio nel loro paese di produzione.
Circa 64 strumenti di determinazione del prezzo del carbonio, come schemi di scambio di emissioni o tasse, sono in uso in tutto il mondo, in luoghi come la Cina e alcuni stati degli Stati Uniti, in particolare la California. Ma coprono solo il 21% delle emissioni globali di gas serra, secondo un rapporto di maggio della Banca Mondiale.
Anche i prezzi all’interno di questi schemi variano notevolmente.
La Commissione ha affermato che la misura del confine del carbonio sarebbe conforme alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, ma l’idea è stata accolta con ostilità da parte dei partner commerciali, tra cui Cina e Russia.