Con Toyota al timone, Suzuki e Daihatsu stanno unendo le forze per aiutare la transizione verso una nuova era nell’industria automobilistica giapponese.
Le piccole case automobilistiche Suzuki e Daihatsu hanno firmato una partnership commerciale con Toyota, poiché le aziende cercano di sviluppare l’elettrificazione, la sicurezza e la tecnologia nei piccoli veicoli commerciali e passeggeri.
Toyota ha avviato l’impresa Commercial Japan Partnership (CJP) nell’aprile 2021 con i produttori di camion Isuzu e Hino (anch’essi di proprietà di Toyota), con l’obiettivo di migliorare i prodotti dell’industria automobilistica giapponese.
La tendenza all’interno del settore automobilistico è legata allo sviluppo e all’adozione di quattro tecnologie principali, note come CASE: connettività (tra auto, infrastrutture e produttori), tecnologia di guida autonoma, modelli di condivisione e abbonamento e elettrificazione dei propulsori.
Daihatsu e Suzuki sono leader nelle auto ultra-piccole e nei veicoli commerciali – noti come auto “kei” in Giappone, che utilizzano motori da 0,66 litri a fini fiscali – ma negli ultimi anni sono rimasti indietro in altre aree del settore.
Toyota spera di migliorare la sicurezza dei veicoli in questi segmenti, oltre a promuovere lo sviluppo di propulsori ibridi e completamente elettrici.
L’annuncio ha anche indicato l’adozione a livello di settore di tecnologie connesse nei camion più grandi e nella logistica.
Sia Daihatsu che Suzuki acquisiranno ciascuna una quota del 10 percento in CJP – abbinando Isuzu e Hino – mentre Toyota prenderà il restante 60 percento.
Sebbene Daihatsu sia una consociata di Toyota, i marchi Suzuki e Toyota hanno goduto di un forte rapporto di lavoro, con le versioni dei furgoni Corolla Hybrid e RAV4 Plug-in Hybrid vendute sotto la bandiera Suzuki in Europa. Diversi modelli Suzuki sono venduti anche con emblemi Toyota in mercati come India e Sud Africa.
L’impresa soddisfa quella che si dice sia la missione dell’industria automobilistica di migliorare la vita delle persone, oltre a “lasciare un Giappone migliore e un pianeta migliore alla prossima generazione”.