Il senatore Richard Blumenthal, D-CT, parla durante un’audizione del comitato giudiziario del Senato sull’insurrezione del 6 gennaio presso l’edificio degli uffici del Senato Hart a Capitol Hill a Washington, DC, 2 marzo 2021.
Graeme Jennings | Piscina tramite Reuters
Il senatore Richard Blumenthal, D-Conn., ha invitato il CEO di Facebook Mark Zuckerberg a testimoniare davanti al suo panel sull’impatto dei prodotti dell’azienda sui bambini in una lettera inviata mercoledì.
Ha anche lasciato aperta l’opzione per Zuckerberg di inviare il boss di Instagram Adam Mosseri.
La richiesta arriva dopo che un ex dipendente di Facebook diventato informatore ha fatto trapelare documenti di ricerca interni al Wall Street Journal e al Senato che hanno rivelato che i dirigenti di Facebook erano consapevoli degli effetti negativi che i loro prodotti potrebbero avere sulla salute mentale di alcuni giovani utenti.
Quell’informatore, Frances Haugen, ha testimoniato davanti alla sottocommissione per il commercio del Senato sulla protezione dei consumatori all’inizio di questo mese, generando critiche diffuse nei confronti di Facebook da parte dei legislatori di tutto lo spettro politico.
Blumenthal ha detto in una lettera a Zuckerberg che è “urgente e necessario” che lui o Mosseri testimonino per “chiudere le cose e fornire ai membri del Congresso e ai genitori un piano su come proteggere i nostri figli”.
Blumenthal ha accusato Facebook di essere evasivo con lui, i suoi colleghi e il pubblico riguardo alle informazioni sulla salute mentale degli adolescenti e sulla dipendenza dalla piattaforma.
“Quando ho cercato informazioni specifiche su Instagram e gli adolescenti in una lettera di agosto, Facebook ha fornito risposte chiaramente evasive e fuorvianti che ora sono state contestate direttamente dalla signora Haugen”, ha scritto Blumenthal.
Ha anche accusato Antigone Davis, il capo della sicurezza globale di Facebook che ha testimoniato la settimana prima dell’apparizione di Haugen al Senato, di aver fornito “testimonianze false o imprecise sui tentativi di nascondere internamente la sua ricerca”.
Davis ha testimoniato che la sua comprensione era che Facebook non ha interrotto l’accesso interno ai documenti e che avrebbe contattato il suo ufficio se le cose fossero cambiate. Ma Blumenthal ha indicato un articolo del New York Times pubblicato dopo la sua testimonianza in cui affermava che Facebook aveva fatto proprio questo nelle settimane successive alle sue dichiarazioni.
Un portavoce di Facebook ha confermato la ricezione della lettera ma non ha fornito ulteriori risposte.
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