Al giorno d’oggi l’Intelligenza Artificiale rappresenta uno dei temi più dibattuti: ciò avviene non solo tra gli esperti del settore ma anche dalla gente comune, che si interroga sui suoi usi ed abusi e tutte le tematiche etiche e morali ad essa correlata. Difficile però che venga messo in discussione l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per quanto riguarda la creazione dei videogiochi: ogni appassionato gamer richiede infatti la presenza di personaggi credibili all’interno delle trame del videogioco, a prescindere che questi sia un alleato o un nemico da combattere. È però fondamentale operare una distinzione tra l’AI di cui si parla sempre più e quella utilizzata già da tempo, e dunque consolidata, nell’ambito videoludico.
Una rudimentale definizione della prima tipologia può essere la seguente: sistema pensato e progettato al fine di ragionare nella maniera migliore possibile, capace di colmare tutti i limiti che la mente umana possiede legati alla memoria, all’abilità o banalmente alla velocità del ragionamento. In poche parole, deve essere più performante rispetto alla persona umana.
Ciò non deve assolutamente avvenire nel caso di un videogioco: l’intelligenza artificiale creata per i videogiochi è quella progettata per essere credibile ma al tempo stesso perdere. È il giocatore, si presuppone, che deve vincere, non certo lei, perché in questo caso il gioco non avrebbe un grande successo di pubblico. I designer devono perciò utilizzarla per far sì che i comportamenti siano credibili ma che i personaggi in questione non sembrino troppo forti perché, se fossero stati imbattibili nessuno avrebbe comprato quel titolo.
Andando però più nello specifico di un videogioco, potremmo analizzare a grandi linee gli ambiti in cui l’intelligenza artificiale viene utilizzata. Viene spesso utilizzata per il calcolo dei percorsi: non sempre il migliore è quello più breve, si può percorrere anche quello meno esposto o quello che prevede di evitare gli ostacoli. Si tratta di passaggi che il videogioco compie in autonomia: spesso è quasi sempre sufficiente cliccare un punto sulla mappa per far sì che il proprio personaggio o la propria unità arrivi fino a quel punto, evitando avversari, ostacoli e così via.
Un altro uso smodato dell’intelligenza artificiali si ha a proposito del prendere le decisioni, sia nei confronti dell’ambiente che durante un combattimento, ad esempio, questo dipende unicamente dal titolo che si è scelto di giocare. A proposito di quest’ultimo filone è impossibile non citare il celebre Tekken, fortunatissima saga di videogiochi per cui si creano ancora oggi manifestazioni e tornei in tutto il mondo. Non manca inoltre tutto l’aspetto riguardante la gestione degli stati emotivi: in molti casi un personaggio tipo può cambiare stati già preimpostati. Un esempio celebre sono le guardie della serie Splinter Cell: tranquille, ferme, in guardia o in combattimento sono gli stati possibili, a cui erano connessi un paio di azioni, non di più. Molto spesso è semplice intuire quali siano le mosse in grado di far cambiare stato emotivo al personaggio in questione, talvolta l’abilità di un giocatore si misura proprio da questi aspetti.
Il mondo dell’online ha aperto a nuove frontiere riguardo gli usi dell’intelligenza artificiale, anche in questo caso con dovute differenze a seconda del titolo che si sta utilizzando. Se parliamo di gaming a 360 gradi, settore che può includere una piattaforma di poker online e altri giochi di carte, di scacchi o quant’altro, esistono simulatori di partite oppure i generatori di mappe artificiali all’interno di videogiochi Open World. Si tratta di titoli in cui il giocatore è chiamato a vestire i panni di un personaggio che può svariare liberamente su tutta la mappa di gioco prevista. Ad essere assente è una vera e propria trama di fondo: sono giochi multiplayer in cui l’obiettivo è accrescere il proprio punteggio sfidando gli avversari in molteplici scontri.
Ad oggi le tecniche di intelligenza artificiale utilizzate non contemplano chatGPT, ad esempio, si limitano infatti nella generazione di mappe, percorsi o combinazioni di più elementi. Anche nel frangente in cui si è chiamati a scegliere la trama nel videogioco mediante alcune decisioni da dover prendere con il proprio personaggio, la situazione si rivela spesso grottesca perché le espressioni che si utilizzano sono le medesime. È perciò possibile presupporre che i videogiochi del futuro si muovano lungo questa direttrice, volti perciò a migliorare lo scambio verbale tra i personaggi in questione, offrendo dialoghi sempre più credibili liberandosi via via degli automatismi fin qui ancora troppo riscontrabili.