Focalizzata su valori come il benessere delle persone come bene comune irrinunciabile, l’economia sociale, a differenza dell’economia tradizionale basata sulla logica del profitto, si contraddistingue – come può indicare la sua definizione su un sito ministeriale – per le attività senza scopo di lucro e di utilità sociale svolte dalle organizzazioni del terzo settore. Queste organizzazioni agiscono per soddisfare i bisogni essenziali e sociali della collettività, come l’accesso ai servizi sanitari, all’istruzione, all’abitazione, all’occupazione e all’assistenza sociale, al fine di migliorare la qualità della vita. Alla base di questo modello economico si trovano principi quali la reciprocità, la solidarietà, la democrazia, la sostenibilità, la responsabilità sociale, l’equità e la partecipazione della comunità nelle attività economiche. In pratica, l’economia sociale, basata sull’aiuto reciproco e la condivisione, è essenziale per il benessere di tutti e per ridurre le disparità, creando opportunità di sviluppo duraturo che migliorano la società.
Il percorso formativo
L’importanza di migliorare e promuovere questo modello economico è evidenziata dal fallimento del sistema economico tradizionale durante la pandemia da Coronavirus. Di fronte alle sfide emerse durante la pandemia, l’economia sociale ha svolto un ruolo significativo nel supportare i cittadini nell’accesso ai servizi essenziali e nel ridurre, per quanto possibile, le disuguaglianze causate dalla crisi economica e sanitaria. Gli assistenti sociali hanno svolto un ruolo chiave in questo processo. All’interno dell’economia sociale, il loro ruolo è fondamentale, e il percorso professionale di questi operatori non si limita alla laurea, ma prosegue con percorsi di formazione post-laurea di primo o secondo livello, come i master per diventare assistenti sociali di prima e secondo livello, o corsi di perfezionamento. Questi forniscono una solida base formativa per garantire i principi del welfare sociale e possono essere conseguiti sia presso università tradizionali, che si contraddistinguono per una didattica svolta in presenza, o università online, come l’Università Telematica Niccolò Cusano, che si caratterizzano per la flessibilità formativa che garantiscono a tutti i loro studenti, mediante corsi online accessibili in ogni momento della giornata.
Un sistema basato sull’economia sociale favorisce l’occupazione, specialmente per le persone svantaggiate o emarginate, promuove lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali, riduce la disoccupazione e migliora l’accesso ai servizi essenziali. Inoltre, stimola l’innovazione sociale attraverso modelli di business innovativi e sociali. Tutto questo può essere ulteriormente migliorato grazie a un Piano d’Azione predisposto dalla Commissione Europea tra il 2021 e il 2030. L’economia sociale è destinata a crescere sempre di più. Attualmente, in Europa, l’economia sociale comprende 2,8 milioni di organizzazioni che impiegano 13,6 milioni di persone. Queste organizzazioni operano in vari settori, dai servizi di assistenza al riciclaggio, dalle cooperative alle imprese sociali.
Secondo il recente Rapporto, realizzato dall’European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises (Euricse) in collaborazione con l’Istituto nazionale di statistica, su “L’economia sociale in Italia. Dimensioni, caratteristiche e settori chiave”, in Italia ci sono circa 380.000 Organizzazioni dell’Economia Sociale (OES) che generano un fatturato di circa 51,8 miliardi di euro all’anno. Rispetto all’economia privata tradizionale, le OES rappresentano una quota significativa in termini di organizzazioni, valore aggiunto e occupazione. In particolare, le OES costituiscono l’8% delle organizzazioni, il 6,7% del valore aggiunto, il 9,1% degli addetti e il 12,7% dei dipendenti. La ricchezza prodotta in termini di valore aggiunto nazionale rappresenta il 3,4%. Tre quarti delle Organizzazioni dell’Economia Sociale sono associazioni, ma i tre quarti dei dipendenti lavorano in cooperative, che generano circa il 60% del valore aggiunto. Il 37% delle OES opera nel settore artistico, sportivo e dell’intrattenimento, ma il settore socio-sanitario è il più rilevante in termini economici e occupazionali, con un fatturato di 12,7 miliardi di euro, pari al 25,9% del totale, e impiega circa il 29,3% dei lavoratori delle OES, ovvero 445.000 persone.