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La dieta migliore per gli anziani: low carb, chetogenica o mediterranea?

07/05/2025
e Salute e Alimentazione
Tempo di lettura: 4 minuti
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La dieta migliore per gli anziani: low carb, chetogenica o mediterranea?
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Contenuti Mostra
1 Il corpo cambia e con esso anche le esigenze nutrizionali
2 Dieta mediterranea: equilibrio e tradizione
3 Dieta chetogenica: una scelta da valutare con cautela
4 Dieta low carb: un equilibrio più flessibile
5 Dieta e patologie: ogni piano è personale

Quando si parla di salute in età avanzata, l’alimentazione gioca un ruolo chiave: scegliere una dieta equilibrata e adatta al proprio stato fisico è una delle forme più concrete di prevenzione.

Ma qual è, davvero, la dieta migliore per un anziano? È meglio seguire un regime low carb? È possibile adottare la chetogenica? O è preferibile mantenersi fedeli alla tradizione mediterranea?

Domande come queste emergono con sempre maggiore frequenza, soprattutto all’interno dei percorsi di assistenza anziani a Bergamo e in tante altre realtà italiane, dove l’attenzione verso l’alimentazione personalizzata è diventata parte integrante del benessere quotidiano degli over 65 e dei servizi assistenziali per tutte le categorie in cui rientrano le persone fragili.

L’obiettivo non è solo nutrire, ma farlo con intelligenza, ascoltando il corpo, tenendo conto delle patologie e mantenendo, laddove possibile, anche il piacere della tavola.

 

Il corpo cambia e con esso anche le esigenze nutrizionali

Con l’avanzare dell’età, il metabolismo rallenta, la massa muscolare si riduce, l’apparato digerente diventa più sensibile.

Alcuni nutrienti – come le vitamine del gruppo B, la vitamina D, il calcio e il ferro – vengono assimilati con maggiore difficoltà; allo stesso tempo, le patologie croniche diventano più frequenti: diabete, ipertensione, osteoporosi, insufficienza renale.

Tutto questo impone un cambio di prospettiva: non basta più “mangiare un po’ di tutto”: serve un approccio più consapevole, che tenga conto non solo delle calorie, ma anche della qualità degli alimenti, della loro digeribilità, del loro effetto sulla salute a lungo termine.

Ed è proprio qui che entrano in gioco i diversi modelli alimentari: low carb, chetogenico, mediterraneo. Ma quale scegliere? E, soprattutto, quale può davvero adattarsi a una persona anziana?

 

Dieta mediterranea: equilibrio e tradizione

La dieta mediterranea è considerata da molti nutrizionisti il modello alimentare più equilibrato e sostenibile, soprattutto per chi ha superato i 65 anni.

Si basa su un consumo abbondante di verdure, frutta, cereali integrali, legumi, olio extravergine di oliva e pesce; la carne rossa è consumata con moderazione, mentre latticini e uova trovano spazio in dosi controllate.

Non si tratta solo di una dieta, ma di uno stile di vita: include convivialità, attività fisica quotidiana, attenzione alla stagionalità dei prodotti.

Nei soggetti anziani, questo approccio si è dimostrato particolarmente efficace nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, nella protezione delle funzioni cognitive e nel mantenimento del peso forma.

Inoltre, la dieta mediterranea è facilmente adattabile in caso di patologie specifiche, come il diabete o l’ipertensione, semplicemente regolando l’apporto di sale, zuccheri semplici e grassi saturi.

 

Dieta chetogenica: una scelta da valutare con cautela

Negli ultimi anni la dieta chetogenica ha guadagnato popolarità anche tra gli over 60: questo regime, caratterizzato da un apporto molto basso di carboidrati e alto di grassi, induce il corpo a entrare in “chetosi”, cioè a bruciare grassi come fonte principale di energia.

In alcuni casi, può rivelarsi utile: ad esempio nei pazienti con sindrome metabolica, resistenza insulinica o, secondo alcune ricerche, nelle fasi iniziali di alcune patologie neurodegenerative; tuttavia, per gli anziani può comportare anche rischi: la chetosi può affaticare i reni, alterare l’equilibrio elettrolitico, causare perdita di massa muscolare.

È dunque fondamentale, se si sceglie questa strada, farlo sotto stretta supervisione medica: ogni modifica alla dieta dovrebbe essere valutata alla luce del quadro clinico generale, dell’uso di farmaci e della capacità dell’organismo di adattarsi ai cambiamenti.

 

Dieta low carb: un equilibrio più flessibile

Una via intermedia tra la mediterranea e la chetogenica è rappresentata dalla dieta low carb, che prevede una riduzione significativa – ma non drastica – dell’assunzione di carboidrati, privilegiando quelli complessi e integrali.

In molti casi, questo approccio consente di migliorare la gestione della glicemia, ridurre l’infiammazione e mantenere un buon livello di energia durante la giornata.

Per gli anziani, può essere una strategia utile, soprattutto se soffrono di prediabete o di diabete di tipo 2. Tuttavia, anche in questo caso è importante evitare il “fai da te” e affidarsi a un professionista, per garantire un apporto adeguato di fibre, vitamine e proteine nobili.

 

Dieta e patologie: ogni piano è personale

Un aspetto da non sottovalutare mai quando bisogna valutare il regime nutrizionale corretto per è la presenza di patologie. La dieta va costruita su misura:

  • Per chi ha diabete, attenzione ai picchi glicemici e preferenza per alimenti a basso indice glicemico;
  • Con ipertensione, è importante ridurre il sale e aumentare l’apporto di potassio e magnesio;
  • In caso di osteoporosi, servono calcio, vitamina D e proteine di qualità;
  • Con problemi renali, va limitato l’eccesso di proteine e fosforo.

È per questo che nei percorsi di assistenza anziani – sia domiciliari che residenziali – la figura del dietista o del nutrizionista è sempre più presente. Perché mangiare bene non è un lusso, ma una necessità terapeutica.

La domanda iniziale – “Low carb, chetogenica o mediterranea?” – non ha una risposta unica, ma ha una certezza: la dieta migliore è quella che si adatta alla persona, e non il contrario. L’età avanzata non è un limite, ma un momento in cui la qualità della vita si costruisce giorno per giorno, anche attraverso il cibo.

Che si scelga il calore della dieta mediterranea, la precisione della low carb o – in rari casi – la via chetogenica, l’importante è farlo con consapevolezza, ascolto del proprio corpo e, quando serve, con il supporto di professionisti.

Perché prendersi cura di ciò che si mette nel piatto significa prendersi cura di sé, della propria energia, del proprio benessere. E la terza età può (e deve) essere anche un tempo di vitalità e di gusto.

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