Nel post-pandemia è aumentata la liquidità delle famiglie italiane e, cioè, la quantità di versato su conti correnti, conti deposito e simili. Nel primo anno dopo l’emergenza sanitaria, solo per fare un esempio, i depositi provenienti dal settore privato erano cresciuti in media del 7%: la situazione d’incertezza e la necessità di essere pronti ad affrontare spese impreviste, come quelle sanitarie, hanno spinto molte famiglie italiane a preferire il tradizionale deposito in banca ad altre soluzioni creditizie e d’investimento. Gli insight provengono da uno studio di settore che analizza, più in generale, le abitudini bancarie degli italiani e come sono cambiate negli ultimi anni.
La maggior parte degli italiani, il 66% dei partecipanti allo studio, ha un solo conto corrente presso un’unica banca o istituto finanziario. I circa quattro italiani su dieci che hanno conti aperti in più banche sono per lo più uomini e di un’età compresa tra i 30 e i 44 anni.
Servizi bancari: cosa soddisfa di meno gli italiani
Guardando a quanto gli italiani sono soddisfatti della propria banca e dei servizi che offre emergono aree in cui gli istituti finanziari potrebbero fare di più e meglio. La maggior parte dei correntisti italiani, ancora il 66% di chi ha partecipato allo studio in questione, apprezzerebbe in particolare la possibilità di gestire il conto e le varie operazioni in maniera più semplice e intuitiva. A chiedere più semplicità e accessibilità degli strumenti bancari sono soprattutto donne e giovani nella fascia d’età che va dai 18 ai 29 anni: si tratta di utenti con meno familiarità con gli iter e i linguaggi del mondo della finanza e le loro rivendicazioni dovrebbero suggerire ai suoi attori di adeguarsi a una platea ormai sempre più ampia. Altro aspetto che migliorerebbe la soddisfazione degli italiani per la propria banca sarebbe più semplicità e più sicurezza soprattutto nell’utilizzo dei servizi web (sarebbe così per 4 intervistati su 10).
Tra home banking e mobile banking gli italiani vanno sempre meno in banca
Tra i modi in cui sono cambiate le abitudini bancarie degli italiani negli ultimi anni, infatti, soprattutto se si guarda al post-covid c’è una rapida digitalizzazione. Oggi il 45% degli italiani non ha più nessun o quasi nessun rapporto con filiali e sedi fisiche del proprio istituto bancario: è una percentuale che sale a oltre un correntista su due tra i giovani con età compresa tra i 18 e i 29 anni. In questa fascia d’età, come in quella immediatamente successiva di correntisti italiani che hanno tra i 30 e i 44 anni, è particolarmente diffuso l’uso del mobile banking e, cioè, delle app delle banche e degli altri servizi che consentono di accedere direttamente da smartphone e tablet ai propri conti: 7 intervistati su 10 sfruttano il mobile banking con costanza. Tra i correntisti più anziani, quelli con un’età compresa tra i 55 e i 65 anni per esempio, sono più diffuse le soluzioni di home banking: in alcuni casi questi clienti di più lungo corso delle banche hanno scoperto la comodità di accedere al proprio conto dal PC durante lockdown e quarantene e non sono più tornati indietro, in altri si sono trovati per diverse ragioni costretti ad abbracciare la digitalizzazione.